At Home, mostra espositiva di progetti sull’abitare contemporaneo

Interessante mostra relativa all’evoluzione del concetto di abitare. Tra le innumerevoli offerte espositive che si possono visitare al Maxxi, il bellissimo centro museale di architettura di Roma progettato dalla geniale e purtroppo ormai scomparsa Zaha Hadid, è possibile vedere fino al 22 marzo del 2020, la mostra dal titolo “At Home. Progetti per l’abitare contemporaneo”, ovvero un interessantissimo ed affascinante percorso relativo allo sviluppo del concetto abitativo in Italia dal dopoguerra ad oggi. L’esposizione mira anche a proporre e mostrare l’architettura attraverso una esperienza reale che proietta il visitatore all’interno delle opere architettoniche con una serie di istallazioni in scala reale e padiglioni realizzati da architetti italiani ed internazionali. La mostra è divisa in più parti, nella prima parte si affronta il tema dell’abitare attraverso un interessante confronto a coppie tra opere architettoniche mediante un allestimento in stanze in sequenza, che tende ad evidenziare il tema che le accomuna e ne rende percepibile la lettura congiunta. Tali abbinamenti associano opere del secolo scorso con opere contemporanee attraverso l’individuazione di elementi comuni dal punto di vista formale, tematico e tipologico. Tra gli esempi più interessanti ed eloquenti si possono citare gli abbinamenti tra la famosissima Casa Malaparte di Adalberto Libera (1938) e ed il nuovo Bivacco fratelli Fanton progettato dallo studio Demogo (2016), o ancora l’Ambasciata d’Italia a Brasilia di Pier Luigi Nervi (1969) e la Pitch House di Rica Studio (2012).

Ricerca di analogia progettuali

Le associazione sopra citate e le altre che si possono ammirare all’interno della prima parte della mostra, sono finalizzate ad individuare ed evidenziare quelle similitudini progettuali basate su concetti di forma e temi che permettono di mettere in comparazione progetti architettonici di periodi diversi, ma ispirati a concetti progettuali simili, che accomunano opere architettoniche non contemporanee fra di esse, permettendo così
anche una comparazione non solo tematica e tipologica ma anche relativa ai materiali, alle tecnologie e alle tecniche costruttive che le hanno riguardate.

Confronto tra architetture coeve

La seconda parte della mostra invece affronta lo stimolante tema del confronto tra opere architettoniche coeve e ispirate però a scelte progettuali differenti, a volte totalmente antitetiche.
Esempio emblematico di ciò è rappresentato dal parallelo tra il Bosco verticale a Milano progettato dallo Studio Boeri (2009) e la Casa Moriyama a Tokyo dello studio Sanaa (2002).
In entrambi i progetti si affronta il tema del rapporto tra la dimensione individuale e quella collettiva dell’abitare, ma con un approccio totalmente differente, nel caso del bosco verticale infatti si sceglie la sovrapposizione di più ville con giardino auspicando il desiderio vivere isolati in città ma all’interno di un contesto unitario, nel caso di Casa Moriyama invece la villa con giardino che si sviluppa in orizzontale viene scomposta in più elementi che risultano unità abitative potenzialmente autonome.

Riqualificazione del Corviale

L’esposizione si conclude con la terza parte dedicata alla riqualificazione architettonica del complesso residenziale del Corviale, detto il “Serpentone” a causa della sua lunghezza di circa un chilometro.
Opera edilizia risalente agli anni settanta del secolo scorso progettata da un team di architetti con a capo Mario Fiorentino, nacque con il fine di creare un modello abitativo unico ed integrato, dotato di tutti i servizi e che accomunasse aree private con aree pubbliche e servizi.
Purtroppo nel tempo questa idea non ha ottenuto i risultati auspicati ed il Corviale si è trasformato in un contesto emblematico di abusi e degrado edilizi delle periferie romane, anche a causa delle cattive condizioni di vita dei sui abitanti. Oggi però ci sono progetti finalizzati al recupero ed alla riqualificazione architettonica ed edilizia del Corviale, tra i quali spiccano quelli di Laura Peretti e Guendalina Salimei, entrambi esposti e con i quali si prevede una trasformazione del contesto abitativo integrato con il contesto circostante, attraverso un riqualificazione dei percorsi, degli
spazi comuni e delle aree verdi.

Author: Cristiano Rossi

Progettista architettonico, strutturale e consulente d'ufficio. cristiano_box@virgilio.it

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