“L’anno del Signore 1944 il giorno 1 del mese di maggio alle ore 18,3 è morta Elisabetta Nocentini, d’anni 53 e mesi 7, nativa di Arezzo, domiciliata a Sabaudia, figlia di fu Pietro e fu Stendardi Agata, vedova di fu Aielli Domenico. Il cadavere è stato sepolto nel cimitero di Sabaudia il giorno 3 maggio 1944”, cosi registra padre Agostino Montironi, parroco della città.
Elisabetta Nocentini

Fulgido esempio di dedizione al lavoro è stata una delle innumerevoli vittime del secondo conflitto mondiale.
In quella triste giornata con lei persero la vita anche Pasquale Bernabai, appassionato di cavalli e creatore del galoppatoio, in quello che fu chiamato “il prato delle feste”, a ridosso del Belvedere Gabriele D’Annunzio, ed Enrichetto Urbani.
Il primo molto noto per la sua innata gentilezza, l’aveva accompagnata a Borgo Vodice dove era stata chiamata per far nascere un bambino, col solo scopo di infonderle coraggio, in considerazione dei continui bombardamenti effettuati nella zona dagli anglo- americani, il secondo, come conducente del calesse su cui viaggiava la stessa Elisabetta, ostetrica condotta.
Nessuno di loro si salvò, neanche il cavallo.
Le vittime di Borgo Montenero
Pochi giorni dopo, nel vicino Borgo Montenero vengono fucilati 5 uomini, colpevoli di non aver voluto eseguire l’ordine di sfollamento… Dio ci assista! Ogni commento è superfluo, scrive padre Montironi.
Il tentativo di salvarli
Don Giuseppe Capitanio, il parroco del luogo cercò in ogni modo di salvarli, offrì anche la sua vita in cambio dei poveretti, ma tutto fu inutile, i militi tedeschi giunti da Sabaudia, dove erano allocati, eseguirono la pena stabilita, oggi sul luogo sorge un monumento che li ricorda.
Il comando tedesco abbandona Sabaudia
Il comando tedesco lascerà il convento, dove si era stabilito negli ultimi sei mesi e la città di Sabaudia il 5 maggio del ’44, dopo aver depredato tutto ciò che si poteva e che avesse un minimo di valore, lasciando dietro di sé un bruttissimo ricordo.
Si stabilì a Capodomo, ma la situazione era ancora molto incerta, soprattutto per padre Agostino che, ai loro occhi, non era stato abbastanza accondiscendente.
Così il successivo 14 maggio, alle 10 di sera si ripresentarono al convento per finire di depredare quel poco che era rimasto e che era stato trasferito a Borgo Vodice, spaventando Fra Daniele e Padre Francesco, che non riuscirono a far nulla per impedirlo.
Gli alleati
Nel frattempo però gli alleati, con l’aiuto delle truppe marocchine ed algerine erano riuscite a Cassino a sfondare la linea Gustav ed il successivo 22 maggio entreranno a Terracina.
Ma questa è un’altra storia di cui vi racconteremo….


Cara Daniela, ritengo doveroso precisare che la sig.ra Elisabetta Nocentini, mia nonna e ostetrica di Sabaudia, fu uccisa con i suoi compagni a seguito di un mitragliamento compiuto dagli alleati, dagli angloamericani, probabilmente ignari del fatto che si trattava di un esponente della Sanità, pur portando al braccio la fascia con il distintivo della croce Rossa. È stata proprio una tragedia beffarda, agli sgoccioli del conflitto…e ad opera delle truppe alleate!! Un vivo e sentito Ringraziamento per aver, ancora una volta, voluto rievocare quel che accadde a mia nonna Elisabetta, vittima della guerra e del dovere, in quel drammatico giorno. Grazie di cuore.