“Nessun allarmismo. Siate sereni, il Coronavirus uccide molto meno di una banale influenza”. Sono settimane ormai, da quando il virus che sta terrorizzando il mondo è ‘sbarcato’ anche nella nostra Penisola, che sentiamo ripetere questa frase da infettivologi, virologi e ricercatori. Però i disinfettanti ormai sono obbligatori anche sui vagoni treno e gli specialisti consigliano di evitare i luoghi affollati. Mascherine e prodotti a base di candeggina scarseggiano. Viene da chiedersi perché tanto allarmismo se il Coronavirus è meno grave dell’influenza? Qualcuno risponderebbe, già l’hanno fatto, perché è talmente contagioso che potrebbe creare problemi di infezioni, quasi tutte nello stesso periodo e non ci sarebbero posti sufficienti nelle strutture ospedaliere per ospitare e curare i pazienti positivi al test. Bene. Fino qui ci siamo. Ma come mai nessuno ha mai pensato di prendere precauzioni con mascherine e disinfettanti appositi quando c’è il picco dell’influenza, che stando a quanto affermato dagli specialisti seminerebbe più vittime del Covid 19? In fondo i contagi da Coronavirus in Italia sono ‘solo’ 270 e 1000 persone sono quarantena. Cosa c’è che non sappiamo? Cosa c’è che non vogliono farci sapere? Per logica se è solo contagioso ma ha una bassa mortalità non dovrebbe preoccupare poi così tanto. Invece noi siamo terrorizzati. Le misure che si stanno prendendo (tra l’altro in ritardo) ci fanno pensare che la situazione sia più grave di quanto vogliono farci credere. Siamo coscienti che lavarci le mani per sessanta secondi non è poi così sufficiente per evitare il contagio. Forse si limita, ma neppure poi così tanto. Cerchiamo sempre di ragionare come comuni mortali e non da scienziati. Se laviamo le mani per sessanta secondi sotto acqua correte e con un detergente, sicuramente riusciamo ad eliminare il 99 % di virus e batteri. Poi le asciughiamo, squilla il nostro cellulare e rispondiamo. Pensiamo di avere le mani pulite, ma il cellulare è stato sanificato? E le chiavi di casa e della macchina? E le banconote? No! Quante persone disinfettano trenta volte al giorno il telefonino, le chiavi e prendono le banconote con i guanti? Questi sono solo banali esempi per riflettere tutti insieme che il Coronavirus ormai è tra noi. Che Dio ce la mandi buona! Il nostro Governo avrebbe dovuto prendere provvedimenti restrittivi già da un pezzo. Avrebbe dovuto bloccare subito i voli da e per la Cina e dopo avere riaperto gli aeroporti mettere in quarantena tutti coloro che arrivavano in Italia da altri Paesi. Così (forse) i contagi potevano limitarsi. Con i se ed i ma, purtroppo, non si va da nessuna parte.

La barzelletta del Nord e dell’altro resto della Penisola
Al momento gli italiani che non possono spostarsi, neppure all’interno del nostro Paese sono quelli che vivono nella zona rossa. Coloro, insomma, che sono residenti in una decina di comuni del lodigiano e del centro veneto Vo’ Euganeo. Tutti gli altri cittadini possono andare su e giù come e quando vogliono. Comprensibile e accettabile. Beh, però vorremmo capire perché un uomo che torna da Singapore (e ci riferiamo all’imprenditore 60enne positivo al test in Toscana) rientri a Firenze senza essere stato sottoposto ad un periodo di quarantena. Ora, ma solo ora, dopo che il nostro Paese è diventato il terzo al mondo per numeri di contagi (dopo la Cina e la Corea del Sud), le Autorità stanno adottando una serie di misure per contenere il contagio e la più importante, quella che doveva essere presa immediatamente, è proprio la quarantena di 14 giorni per chi torna dalla Cina. Ma ci rendiamo conto che ormai è troppo tardi? Ci rendiamo conto che molti ragazzi residenti in tante regioni italiane studiano in Lombardia e ora che gli atenei sono stati chiusi per l’alto rischio di contagi, in queste ore sono a casa o stanno tornando? Cosa succederà nelle prossime settimane? Non vogliamo spaventare nessuno. Sicuramente avranno ragione gli esperti quando ci tranquillizzano sostenendo che questo maledetto virus è meno mortale degli altri, ma intanto noi abbiamo paura. Tutto il mondo ha paura. Sentiamo tutti lo stesso brivido che scorre lungo la schiena. Ci guardiamo tutti un po’ con aria sospetta. Basta un colpo di tosse, uno starnuto e viene spontaneo spostarci con la paura palese negli occhi. Siamo tutti terrorizzati da questa guerra contro l’invisibile nemico. Un nemico subdolo che può attaccarci in qualsiasi istante e con il passare delle ore provare anche ad ucciderci.
Ecco quali sono le 20 province contagiate
Lombardia: Lodi (101 persone), Cremona (39), Bergamo (14), Pavia (17), Milano (3), Monza Brianza (2), Sondrio (1); Veneto: Padova (30), Venezia (7), Treviso (1), Padova (30), Venezia (7), Treviso (1); Emilia Romagna: Piacenza (17), Parma (4), Modena (1), Rimini (1); Piemonte: Torino (3); Toscana: Firenze (1), Pistoia (1); Trentino Alto Adige: Bolzano (1); Sicilia: Palermo (1); Lazio: Roma (3).



