Sfruttamento del lavoro, 9 indagati

Illecite attività di intermediazione e sfruttamento del lavoro tra Sabaudia, Terracina, San Felice Circeo, Fondi, Monte S. Biagio e Maenza. Queste le accuse che hanno portato i commissariati di polizia di Terracina e Fondi a dare esecuzione a misure e cautelari personali e reali emesse dal gip presso il Tribunale di Latina, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina

L’operazione di Polizia è stata coadiuvata da personale del Reparto Prevenzione Crimine Lazio e supportata da un elicottero del 1° Reparto Volo di Pratica di Mare. 

L’accusa

Gli imprenditori si sarebbero avvalsi di stranieri per il reclutamento ed il trasporto dei braccianti che venivano ingaggiati tra gli immigrati di origine indiana e bengalese, da impiegare anche come caporali sui campi di lavoro. Gli indagati, sempre secondo l’accusa, sopperivano alle reciproche esigenze di manodopera facendo trasportare gli stranieri da un campo all’altro, stipati sui furgoni in quantità che è risultata essere doppia se non addirittura tripla rispetto al numero consentito, mettendone concretamente a rischio l’ incolumità. 

Braccianti assunti in quote tra le aziende agricole

Mirati controlli operati per acquisire elementi a riscontro dell’ipotesi investigativa pare abbiano consentito di accertare la rotazione itinerante dei braccianti agricoli che venivano assunti “in quote” ripartendoli tra le Aziende agricole. 

Buste paghe ad hoc con somme esigue

Sempre secondo l’accusa, per ogni bracciante venivano redatte buste paga ad hoc con somme esigue che si discostavano notevolmente dalle prestazioni effettive rese. In buona sostanza emergeva che, tra le varie casistiche analizzate, per ogni singolo lavoratore, si configurava un indice di sfruttamento economico. 

Le prestazioni lavorative, sempre secondo quanto accertato dagli investigatori, contrariamente a quanto previsto dal contratto nazionale del lavoro, venivano calcolate a cottimo. Una giornata di lavoro era dall’alba al tramonto. Zero maggiorazione salariale in caso di straordinario o di lavoro nei giorni festivi, mentre i giorni di ferie e la malattia (sempre secondo l’accusa, ndr) erano contemplati come astensione volontaria dal lavoro e pertanto non retribuiti.

Le indagini

Le indagini hanno avuto iniziato avuto inizio nel maggio 2018 a seguito di una protesta, del tutto pacifica, da parte di alcuni immigrati, ospiti di alcuni Centri di Accoglienza Straordinaria, per richiamare l’attenzione sulle condizioni di sfruttamento a cui erano sottoposti e sui soggetti che ne ricavavano lauti guadagni grazie alla loro manodopera. 

Almeno cento le presunte vittime

Gli elementi probatori acquisiti avrebbero consentito di documentare situazioni di sfruttamento che riguardano circa 100 lavoratori agricoli, ma che, per la vastità e sistematicità messa in campo dagli indagati, costituiscono il campione di un “sistema” potenzialmente in grado di essere replicato su vasta scala nello sfruttamento degli immigrati, tra i quali si annoverano anche soggetti richiedenti protezione internazionale. 

Chi sono gli indagati?

Tra i nove soggetti indagati, sette sono imprenditori e soci di aziende agricole operanti sul territorio pontino, mentre altri due indagati sono di origine straniera. 

Le disposizioni del gip

Il gip ha disposto la misura del controllo giudiziario di cinque aziende agricole, nominando un amministratore giudiziario che affiancherà i titolari delle aziende per garantirne una conduzione conforme alle leggi, senza ricadute negative per l’occupazione e l’economia legale. 

Mentre, nei confronti dei due indagati di origine straniera, che rappresentavano il collegamento tra gli immigrati e gli imprenditori, è stata emessa la misura cautelare coercitiva del divieto di dimora nella provincia di Latina. 

Author: Redazione

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