Niente sconti ai balneari. Il Tar di Latina, senza entrare neppure nel merito della vicenda, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da sette titolari di lidi di Sabaudia, che contestano l’applicazione della “valenza turistica” alle loro concessioni balneari causa di un notevole aumento dei canoni.

Il contenzioso
Dopo aver aperto un fronte di lotta sull’applicazione della stessa “valenza turistica” al litorale della città delle dune, che essendo considerata zona di pregio ha subito un incremento dei canoni concessori, alcuni titolari di stabilimenti balneari della città delle dune, tra il 1 marzo e l’8 aprile scorso, hanno presentato delle note al Comune con cui hanno contestato gli ordini di pagamento emessi dallo stesso Comune per i canoni concessori 2008, chiedendo la disapplicazione della “valenza turistica”. Note con cui i balneari hanno anche specificato di aver versato gli importi al netto della “valenza turistica”, decisi a pagare il resto solo se fosse stata emessa una sentenza per loro sfavorevole. Non ricevendo risposte dall’ente locale, i balneari hanno poi presentato un ricorso al Tar di Latina, chiedendo ai giudici di dichiarare l’illegittimità del silenzio serbato dal Comune sui loro ricorsi amministrativi non giurisdizionali con cui hanno impugnato gli ordini di introito e di accertare l’obbligo della stessa pubblica amministrazione a provvedere in relazione alla loro istanza.

La tesi
I titolari dei lidi hanno sostenuto che le loro concessioni sono tutte oggetto di proroga fino al 2020 e la “valenza turistica” non va dunque applicata alle stesse. La Regione Lazio, con una circolare interpretativa inviata nel 2003 al Ministero delle infrastrutture e all’Agenzia del demanio, ha specificato che la nuova classificazione dei litorali va applicata “solo al rinnovo della
concessione” e nel 2006 ha aggiunto che la “valenza turistica” va applicata alle nuove concessioni o all’atto del rinnovo. Dunque non ai ricorrenti che sono in proroga?

La sentenza
Il Tar di Latina però, senza entrare nel merito del contenzioso, ha ora accolto la richiesta del Comune di Sabaudia e dichiarato inammissibile il ricorso. Le note presentate all’ente locale tra marzo e aprile dai balneari non erano istanze dirette all’adozione di specifici provvedimenti, ma “mere comunicazioni”, dalle quali “non può scaturire alcun obbligo a carico dell’Amministrazione”. Un errore definirle anche “ricorsi amministrativi”. E in mancanza di precise istanze il Comune non ha avviato alcun procedimento. Stangata dunque confermata, seppure indirettamente, e balneari condannati anche a pagare all’ente locale tremila euro di spese di
giudizio.

