La linea sottile tra genialità e follia: John Nash

La mente di ogni uomo è qualcosa di unico e incredibile. Ognuno vede e interpreta la realtà a modo proprio. Nonostante questo però, ci sono alcuni individui in grado di percepire la realtà in modo diametralmente diverso dalla massa, tanto da essere definiti folli. Per ironia della sorte, molti di questi ‘diversi’ che vivono la realtà a modo loro e sono spesso incompresi, sono uomini che poi si studiano sui libri. Ricordati dai posteri come artisti o geni. Esiste infatti un limite tra genialità e follia. I migliori vivono in bilico su quel filo sottile, sfruttando la pazzia come un punto di forza.

Genialità e follia: la cultura ne è stracolma

Di esempi di genialità e follia la cultura ne è stracolma. A partire dal mondo dell’arte, con personaggi come Van Gogh e Munch, il paranoico Salvatore Dalì, Monet, fino ad arrivare alla letteratura con Torquato Tasso, il bipolare Emingway, l’illustre Leopardi affetto agorafobia, disturbo che lo ossessionava a rimanere in spazi chiusi, arricchendo così la sua cultura. Dulcis in fundo anche un grande matematico dell’epoca moderna era affetto da schizofrenia: si parla del celebre John Nash, premio Nobel per l’economia nel 1994 e animato per quasi tutta la vita dal dissidio reale-irreale, un’incredibile storia che nel 2001 ha portato alla realizzazione di un film capolavoro ‘A beautifull mind‘ che si è accaparrato ben quattro premi oscar.

L’incontro con Einstein

Tra le curiosità del carattere di Nash si evince il suo profilo arrogante e pieno di sé, eccentrico, attaccabrighe e incapace di intrattenere rapporti sociali normali. La sua presunzione lo portò ad andare a trovare Albert Einstein a Princeton, per proporgli alcune teorie innovative. Dopo aver ascoltato i calcoli di Nash alla lavagna, Einstein disse qualcosa come: «Farebbe meglio a studiare un po’ di fisica, giovanotto».

Ma allora cos’è la follia? Una malattia, uno stato di confusione e indisciplina oppure un dono, qualcosa di speciale che permette a pochi fortunati di vedere oltre? Molti pensatori ritengono che la follia sia una maggiore acutezza dei sensi. Forse hanno ragione. Perché è proprio grazie a quel briciolo di pazzia che queste persone sono riuscite ad esprimere la loro genialità, a percepire quella realtà distante, diversa da quella comune, sfruttando la loro sensibilità superiore.

Persino il filosofo greco Aristotele ci ricordava che «Non esiste grande genio senza una dose di follia»

Author: Umberto Celani

Sono Umberto Celani, uno studente di liceo. Sono un amante della cultura, infatti credo che sia  la chiave per essere liberi. Agonista a tutto tondo, amo le sfide, che sono il sale della mia vita. Nella contemporaneità fuorviante in cui siamo immersi ritengo che le rare qualità da ricercare siano l’umiltà, la razionalità e la riflessività. Descriversi in poche righe non è affatto semplice, spero che leggendomi capirete di più su di me.

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