“Petricore”, il libro di Erika Paletti che scuote la coscienza e resta addosso come l’odore della pioggia

Leggere è come vivere tante vite. Ci sono libri che intrattengono, libri che insegnano e libri che si dimenticano appena chiusi. E poi ci sono libri come Petricore, che invece ti restano addosso come quell’odore di terra bagnata che dà il titolo all’opera. Un profumo antico, quasi sacro, che si sprigiona quando la pioggia cade su un suolo arso dal silenzio. Ecco, Petricore è esattamente questo. Scrittura che squarcia la superficie delle cose, per far affiorare ciò che è stato sepolto sotto anni di rimozione, di dolore e di sopravvivenza.

Il 30 maggio prossimo, al Centro documentazione “Mazzoni” a Sabaudia, la cittadinanza è invitata a partecipare alla presentazione del sorprendente libro di Erika Paletti. Un volume colto e visionario, che sfugge a ogni definizione. Petricore non è un romanzo nel senso classico, ma un’opera ibrida, in bilico tra poesia, diario intimo e narrazione psicanalitica. Quasi un collage narrativo in cui ogni frammento trova il suo peso specifico e ogni parola ha il suo suono, la sua ferita, la sua verità.

La protagonista, Francesca Pellizza, è una giovane donna cresciuta tra le nebbie della provincia e la violenza sottile della metropoli. Una figura spezzata e luminosa, che cerca nella scrittura una via di salvezza. Il suo sguardo attraversa il dolore senza compiacimenti e si posa su temi che oggi sembrano diventati scomodi. Solitudine femminile, identità negata, memoria come campo di battaglia sono i punti cardine dell’opera.

Il libro si apre con il prete, racconto ambientato a borgo San Donato. Ritratto spietato di un patriarcato marcio, che muore tra le sue stesse macerie. E prosegue con il professore, visione onirica e tragica di una società che non sa educare e sacrifica i suoi figli sull’altare dell’indifferenza. Poi c’è Francesca, la sezione più intensa. Flusso di coscienza che è anche un atto di sopravvivenza. E ancora le Cose dimenticate, Mala tempora, L’ago della bilancia, fino alla sorprendente appendice – figli di…, che in poche righe traccia interi destini con ironia.

Petricore non è solo un libro da leggere, ma un’esperienza da attraversare. È letteratura che non si piega al mercato. Non fa sconti. Non cerca l’applauso facile. Ed è raro, oggi, trovare scritture che abbiano ancora il coraggio di dire, di esporsi, di rischiare il fallire anche, pur di non cadere nell’omologazione.

La presentazione a Sabaudia sarà un’occasione preziosa per incontrare Erika Paletti, ascoltare la sua voce, e forse, riconoscersi un po’ in quella pioggia che cade e scuote l’anima. Perché Petricore, alla fine, è anche questo: invito alla consapevolezza. E, forse, la consapevolezza è il più rivoluzionario degli atti.

Appuntamento dunque il 30 maggio, ore 17 al Centro documentazione “Mazzoni” a Sabaudia. La cittadinanza è invitata. Perché i libri, è vero, non cambiano il mondo, ma cambiano chi li legge. Un po’ come viaggiare. Chi legge e viaggia vive tante vite, chi resta immobile e non sogna tra le pagine di un’opera ne vive una sola. Fors’anche tristissima e senza conoscenza.

Author: Tiziana Cardarelli

Una passione per il giornalismo diventata una professione. Una professione che sento nell'anima. Rendermi utile mi aiuta a vivere meglio. Cosa mi riempie il cuore di gioia? Il volontariato e vedere sorridere gli occhi dei bambini. Aiutare il prossimo dà un senso di leggerezza e di benessere interiore. Adoro gli animali perché riescono ad amare in modo incondizionato. Nonostante l'esperienza che credo sia la somma delle fregature, mi abbia insegnato che la riconoscenza sia solo il sentimento della vigilia, continuo ad essere sempre disponibile con il prossimo. La mia malattia cronica? Essere una nostalgica romantica.

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