Sabaudia nel Consorzio industriale del Lazio, mossa storica dell’Amministrazione Mosca

Sabaudia, la bella addormentata tra le braccia del Circeo, dove per anni si è preferito parlare di mare, zanzare e villeggianti, qualcosa finalmente si muove. Sabaudia ha deciso di alzare la testa. Con una mossa che definire storica è poco, ha chiesto ufficialmente di entrare nel Consorzio industriale unico del Lazio. La decisione è arrivata all’unanimità. Unanimità vera, roba da mettere a verbale e incorniciare, perché quando accade che la politica locale, notoriamente divisa anche sul colore delle panchine, riesca a parlare con una sola voce, qualcosa di grosso bolle in pentola.

La minoranza? Si è astenuta. Non ha avuto neppure la forza di opporsi. O forse, più realisticamente, ha capito che stavolta remare contro sarebbe equivalso a darsi la zappa sui piedi. Perché la verità è semplice. Sabaudia, se vuole uscire dal limbo turistico-burocratico in cui si è crogiolata per troppo tempo, deve aprirsi. Deve diventare appetibile, produttiva, connessa al sistema regionale, nazionale e anche europeo.

Il sindaco Alberto Mosca, che di concretezza ne ha da vendere, lo ha detto chiaro e tondo: “È un passo strategico per valorizzare le aree produttive, creare lavoro vero e attirare investimenti”. E ha ragione. Perché senza un’infrastruttura industriale moderna, il futuro di Sabaudia rischia di restare confinato tra ombrelloni e gelaterie. Che per carità, hanno tutto il nostro rispetto e rappresentano una risorsa fondamentale, ma a livello di crescita territoriale, purtroppo non bastano.

Non dimentichiamoci che Mosca, già da ottobre, sedeva come rappresentante del Comune nell’Assemblea generale del Consorzio, ma con le mani legate. Una figurina istituzionale senza potere. Adesso invece, con l’ingresso ufficiale della città nel Consorzio, potrà finalmente agire. Decidere. Proporre. E soprattutto difendere gli interessi di un tessuto produttivo locale che, tra la zona artigianale di Sabaudia e l’area industriale di borgo San Donato, da tempo chiede a gran voce infrastrutture, agevolazioni e visione.

Visione. Questo è proprio il punto. Basta campanilismi, basta sogni balneari. È ora che anche Sabaudia entri nel XXI secolo. L’ingresso nel Consorzio significa più incentivi per le imprese, accesso facilitato ai fondi Pnrr, procedure più snelle, reti tecnologiche e logistiche e, finalmente, la possibilità di cofinanziare progetti strutturali. Insomma, si passa dal parlare del futuro al costruirlo.

Certo, non basterà un timbro su una delibera per cambiare le sorti della città. Ma è un inizio. E, se vogliamo essere onesti, un ottimo inizio. Perché quando si comincia a pensare al lavoro, all’industria, allo sviluppo serio, si smette di vivere alla giornata e si comincia a costruire qualcosa che durerà anche per la nuova generazione.

Sabaudia non può più permettersi di vivere solo di rendita turistica grazie alle sue bellezze né di limitarsi alla pur nobile e preziosa attività agricola. Sabaudia ha bisogno di fabbriche, start-up, cantieri, ingegneri, operai, progettisti. E, con questo passo, dimostra di averlo capito. Avanti così, sindaco Mosca. E guai a fermarsi adesso.

Author: Redazione

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